Il seminario del 23 gennaio, che ha avuto luogo presso il Palazzo della Cooperazione a Roma, è stato molto apprezzato dai cooperatori presenti provenienti da tutta Italia. Ringraziamo molto i rappresentanti di GSE, RSE, REScoop e Ambiente Italia per la preziosa partecipazione ed il contribuito hanno dato ai lavori.
Nel corso dei lavori RSE ha presentato lo studio sulle energy communities, previsto dal Piano Triennale di Realizzazione 2019-2021 di Ricerca di Sistema e del quale RSE è unico affidatario - intende superare lo stato dell’arte, che spesso propone soluzioni teoricamente realizzabili ma di fatto difficilmente integrabili nell’intricato scenario regolatorio nazionale.
RSE intende supportare tutti gli attori coinvolti nel definire, e verificare in campo reale, i diversi modelli di comunità energetiche che si andranno a costituire, dimostrandone la fattibilità e i benefici energetici, economici sociali ed ambientali.
"Se da un lato questi studi favoriranno il superamento delle barriere regolatorie attualmente d’ostacolo per il recepimento a livello nazionale delle direttive europee RED II (e IEM), d’altro canto l’applicazione di soluzioni tecnologiche atte a gestire in modo ottimale un insieme di risorse energetiche distribuite abiliterà una maggiore interazione tra i gli attori interni ed esterni alla comunità, favorendo un esercizio del sistema elettrico ancor più consapevole".
Nel suo intervento il Segretario Generale di Confcooperative Marco Venturelli ha sottolineato: " Sarà importante che la forma che verrà data normativamente alle comunità energetiche possa contribuire concretamente a produrre benefici energetici, economici sociali ed ambientali per i territori. Ci auguriamo che l'innovazione ed il potenziale portato dalle comunità energetiche non sia cannibalizzato dai grandi players, per alimentare profitti, ma sia uno strumento orientato al no-profit al servizio delle comunità in particolare delle fasce più deboli della popolazione utile a massimizzare i benefici per i soci".
Il Presidente Roberto Savini ha ricordato: "le esperienze e la storia della cooperazione di utenza nel settore elettrico potranno contribuire alla nascita di progetti innovativi servizio delle comunità. Auspichiamo che le future comunità energetiche possano coniugare alta tecnologia, efficienza e rispetto dell'ambiente al servizio,in particolare delle aree interne e delle periferie del nostro Paese per una risposta ai bisogni delle persone, per la creazione di nuove opportunità di lavoro e per il consolidamento della coesione sociale".