Fino a poco tempo fa la cooperazione elettriche dell’arco alpino era considerata marginale.
Adesso, con i processi di privatizzazione in corso è considerata sempre più importante.
Quello della cooperazione elettrica è un settore a cui Confcooperative Consumo e Utenza presta sempre più attenzione.
Dati riferiti all'ultima rilevazione congiunturale:
77 associate
120 milioni di fatturato
23 milioni di capitale sociale
155 milioni di patrimonio netto
La storia dell'energia elettrica in Italia non è fatta solo di grandi società. Esistono anche i piccoli produttori e le cooperative.
Ma non si tratta di un fenomeno recente dovuto agli impianti eolici ed alle biomasse. È una storia che nasce e si sviluppa nell’arco alpino e che risale, in molti casi, ad oltre un secolo fa.
Le cooperative elettriche svolgono l’attività di produzione e distribuzione di energia elettrica; l’energia prodotta, viene messa a disposizione della comunità locale.
Questo vuol dire che le cooperative elettriche sono proprietarie di tutti i mezzi di produzione, dai generatori, alla rete di distribuzione, ai contatori nelle abitazioni dei soci.
L’aspetto peculiare delle cooperative elettriche è il carattere mutualistico con i propri soci, i quali, come proprietari della cooperativa partecipano attivamente alla vita della propria società.
Nelle cooperative di utenza i soci sono gli utenti di un servizio i quali si associano per soddisfare in modo mutualistico i propri bisogni, quindi sono cooperative di consumo.
Confcooperative Consumo e Utenza raggruppa queste imprese difendendone gli interessi ed i principi.
Tra questi principi vanno ricordati: la presenza territoriale, il legame con le comunità locali, la democrazia economica e l’obbligo a non de localizzare in quanto le cooperative sono imprese che non possono essere “scalate” sul mercato e, quindi, non possono spostarsi in luoghi diversi da quello in cui sono state costituite.
La liberalizzazione del mercato dell’ energia elettrica ha aperto nuove opportunità per le cooperative elettriche che hanno colto l’occasione per stringere relazioni sempre più forti tra di loro e per intensificare la propria azione di lobby nel sistema della produzione elettrica. Ogni sei mesi, infatti, queste imprese si riuniscono nel Coordinamento delle Cooperative Elettriche dell'Arco Alpino e tengono incontri di lavoro per discutere delle questioni più rilevanti del settore.
Si tratta di veri e propri seminari di formazione in cui si propongono soluzioni a problemi e vengono promosse buone pratiche. Di volta in volta, ci si avvale di esperti in materia provenienti da Autorità pubbliche o da Istituti di ricerca.
Alcune caratteristiche delle cooperative elettriche:
- Sono realtà storiche, nate tra la fine dell’800 e l’inizio del 900, che hanno quindi, più di cento anni;
- Ricevono premi e riconoscimenti per lo sviluppo delle fonti rinnovabili e per aver reso del tutto indipendenti dagli idrocarburi i comuni in cui operano.
- In alcun i casi hanno un indice di mutualità del 100%.
- Offrono ai propri soci un risparmio in bolletta che, mediamente, è del 30-35%.
- Hanno allargato i propri servizi alle telecomunicazioni ed alla televisione via cavo.
- Si distinguono per la ricerca di nuove fonti rinnovabili ed ecosostenibili come la geotermia.
- Hanno fatto tutto questo e continuano a farlo, indipendentemente dai sostegni economici dello Stato.
A causa della collocazione geografica, la cooperazione elettrica italiana ha rivestito un ruolo marginale fino a quando la questione ambientale e quella energetica hanno assunto una rilevanza sempre maggiore.
Il rispetto per l’ambiente nasce dal rispetto per la propria comunità: mai una comunità farà del male a sé stessa ed al proprio territorio.
Le cooperative elettriche, quindi, hanno costituito e costituiscono una presenza caratterizzante l'elettrificazione delle zone montane e costituiscono un elemento portante del patrimonio imprenditoriale delle zone dove operano.
Tuttavia, esse non rappresentano solo una risposta originale che la cooperazione ha saputo fornire ai soci in zone a bassissima intensità di utenza spesso esposte a rischi elevatissimi di calamità naturali.
Le cooperative elettriche dell’arco alpino sono, soprattutto, un autentico modello di utility, cioè di società a controllo diffuso, con forme collettive di gestione e forme societarie che non prevedono un cartello unico di proprietà, ma migliaia di soci-utenti.
Il cittadino, infatti, è utente, consumatore e produttore del servizio stesso. Cioè autoproduce e si autopaga la bolletta energetica. Un esempio concreto di un modello, quello del socio-produttore nel campo dell’energia, che assume tratti fortemente federalisti: si consuma dove si produce.
Ad oggi, le cooperative elettriche associate a Confcooperative Consumo e Utenza sono 73 e sviluppano un fatturato di 120 milioni di Euro. La produzione annua, tutta da fonte rinnovabile, ammonta a 500 milioni di KWh di cui, oltre 350 milioni di KWh vengono distribuiti sulla rete di proprietà.
Le utenze allacciate sono 80.000, mentre i comuni serviti sono 60, concentrati in oltre 110 centri frazionali.